Accordo raggiunto; Cottarelli al Colle per rinunciare.
Alfin della tenzon … io tocco. Il governo giallo-verde può spiccare il volo, anche se l’ultimo atto non ha lesinato sorprese.
Questa mattina la strada sembrava in discesa. Salvini era stato possibilista già da ieri. Ed ormai sanno tutti che i NO del Matteo leghista, quando ci sono, arrivano subito. Almeno per quanto riguarda la scelta degli attori del nuovo governo.
La proposta di Di Maio di cambiare la casella in cui inserire il nome di Savona, ha raccolto immediatamente consenso. Anche aiutata dal terremoto dei mercati che ha scosso nervi e anche certezze tra i litiganti. Ma non tutto è filato liscio. Dapprima si è dovuta registrare una scarsa convinzione da parte di Paolo Savona, il quale avrebbe preferito restare ad un dicastero a lui più consono. Si è addirittura prospettata la candidatura all’Economia di un profilo di alto lignaggio, quale quello di Pierluigi Ciocca. Ma l’economista ha immediatamente fatto sapere di non essere interessato.
Cronaca di un pomeriggio risolutore
Nel pomeriggio, però, in pieno summit tra Di Maio e Salvini, sarebbe arrivato anche l’assenso del “professore” che giocherà un ruolo comunque strategico e di rivalsa al Ministero delle Politiche Comunitarie. Garantendo a Salvini quello che il capo del carroccio cercava: una fiera barriera alle velleità di Bruxelles.
Ma ecco che a rannuvolare nuovamente il panorama è intervenuta la proposta di Salvini di imbarcare nella squadra di governo anche Fratelli d’Italia. Un calcolo strategico da parte della Lega, che avrebbe avuto a fianco un alleato delle elezioni. E che avrebbe inoltre accorciato la distanza che intercorre con il M5S in ambito di consensi alle urne.
A dire di no sarebbero stati i peones pentastellati, ovvero il nugolo di onorevoli e senatori eletti nel movimento. In un primo tempo si è cercato di dare un volto più blando al netto NO alla Meloni, chiedendole di accettare il contratto formulato da Lega e 5 Stelle. Poi a scanso di equivoci, ci sarebbe stata un netto veto. E Salvini avrebbe accettato.
Filtrano anche i nomi sui quali è stato raggiunto l’accordo. Una soluzione che Mattarella dovrebbe accettare.
All’Economia ci sarà Giovanni Tria. La convergenza sul nome del Preside della Facoltà di Economia dell’Università di Tor Vergata, è arrivata nonostante recentemente il prossimo ministro abbia criticato il contratto tra i due partiti ormai di governo, e abbia sostenuto la necessità dell’aumento dell’IVA.
Agli Esteri andrà invece Enzo Moavero Milanesi, già Giudice di Primo Grado presso la Corte di Giustizia della Comunità Europea, e collaboratore della Commissione Europea. Insomma non certo una persona sgradita a Bruxelles.
Si attende per oggi stesso la convocazione di Giuseppe Conte, che si trova già a Roma. E a quel punto il governo della “strana coppia” Salvini-Di Maio potrà prendere il largo. A scanso di ulteriori sorprese … a cui ormai gli Italiani sono tristemente abituati.